Noi Zoworkers usiamo la creatività nei più disparati modi. Le professionalità che sviluppano il loro business qui da noi, sono moltissime e ognuna di queste ha bisogno in un certo qual modo del fattore creatività per proporre qualcosa di differente. Innovativo. Per convincere l’acquirente a comprare. Per fare business. C’è chi definisce la creatività come “l’intelligenza che si diverte”, che gioca. Qualcosa che ha bisogno di esprimersi. Siamo abituati a credere che si sviluppi ed appartenga solo alla letteratura, all’arte, alla pubblicità, invece è una metacompetenza, cioè un’abilità trasversale, che può essere applicata a campi diversi. Date un’occhiata a questo TED TALK, dove si afferma che chi è immerso nel suo flusso “Non riesce nemmeno a sentire che ha fame o stanco. È in estasi, suo corpo scompare, la sua identità scompare. Tutta l’attenzione è assorbita dalla creazione di qualcosa di buono che richiede molta concentrazione e, allo stesso tempo, fa sentire la vita piena di significato”. Non è forse cosi?
In un’economia e in un mondo che vira verso la robotica e l’automazione, la creatività appare come l’unico baluardo che rende indispensabile il contributo umano. “L’economia creativa, come le rivoluzioni industriali e dell’informazione che l’hanno preceduta, ha il potenziale per scatenare la crescita globale rendendo le organizzazioni più efficaci e più innovative. Questo è il motivo per cui le società di venture capital stanno oggi assumendo designer, le città si dotano di responsabili dell’innovazione e investono nei progetti culturali. Le fondazioni filantropiche stanno utilizzando premi e crowdsourcing per scoprire nuove soluzioni per lo sviluppo globale e la sostenibilità”. Così dice l’esperta Laura Callanan.
Qui a Zoworking, usiamo la nostra creatività per trovare soluzioni, in un periodo nuovo per l’intera umanità. Unisciti a noi! Ti aspettiamo.
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